Bocca di leone: coltivazione e cura

Quella conosciuta come bocca di leone è una splendida pianta fiorita dal portamento eretto, la cui caratteristica distintiva sono i fiori colorati ed appariscenti disposti lungo il proprio stelo. La bocca di leone è una pianta che, a fronte di modeste necessità in termini di irrigazione, terreno e concimazione, è in grado di regalare grandi soddisfazioni anche agli appassionati di giardinaggio alle prime armi. In questa guida approfondita scopriremo le caratteristiche delle bocche di leone e i pochi, semplici accorgimenti per farle crescere belle, vigorose e in salute.

Il fiore comunemente noto come “bocca di leone”, o anche “bocca di lupo”, appartiene al genere Antirrhinum, classificato nella famiglia delle Scrofulariaceae.

Questo genere di piante fiorite è originario del bacino del mediterraneo, e diffuso in natura sino ad 800 metri di quota nelle zone di Portogallo, Spagna, Francia, Turchia, Siria, Marocco ed altri Paesi affacciati sul mare.

Varietà di bocca di leone

In natura esistono una quarantina di specie diverse appartenenti al genere Antirrhinum, sia perenni che annuali, delle quali la più nota è certamente l’Antirrhinum majus. Di questa specie, in particolare, sono note cinque sottospecie:

  • A. majus subsp. tortuosum: diffusa ovunque nell’area mediterranea;
  • A. majus subsp. majus: originaria di Spagna nordorientale e Francia meridionale;
  • A. majus subsp. cirrhigerum: originaria di Spagna sudoccidentale e Portogallo meridionale;
  • A. majus subsp. litigiosum: originaria della Spagna sudoccidentale;
  • A. majus subsp. linkianum: endemica del Portogallo occidentale.

Una specie molto simile è rappresentata inoltre dalla cosiddetta “bocca di leone gialla”, ovvero l’Antirrhinum latifolium il cui areale di distribuzione è limitato solo ad alcune zone di Liguria, Piemonte e Toscana. Nel nostro Paese la bocca di leone cresce spontaneamente in genere al margine dei pascoli e dei sentieri, ed in prossimità di zone aride e sassose.

Bocca di leone: coltivazione e cura

Il nome comune di questa pianta deriva dalla particolare conformazione del fiore, che vede la presenza di un labbro superiore e di uno inferiore. Se si preme fra le dita la parte basale del fiore si causa lo spalancamento della corolla, che appare come una vera e propria “bocca” che si apre. Del resto, anche il nome scientifico della specie riporta alla forma simile ad un muso di questo fiore, essendo formato dai termini latini anti e rhin, che significano appunto “simile ad un naso”.

La bocca di leone è una pianta che in genere cresce sino a 40-80 centimetri di altezza, raggiungendo in rari casi anche i due metri; il fusto ha un portamento eretto, ed è erbaceo nella parte superiore e leggermente legnoso in quella basale. Le foglie di questa specie, di colore verde scuro, sono spesso disposte a spirale lungo lo stelo. Esistono due tipi di foglie: quelle basali di forma spatolata si trovano al livello del terreno mentre le foglie cauline, di forma lanceolata e senza picciolo, sono disposte lungo il fusto.

I fiori della bocca di leone sono portati su steli allungati, e ciascuno di essi è formato da due “labbra” che si richiudono l’uno sull’altro. I fiori sono disposti in racemi di forma a spiga, e presentano in genere dimensioni di 3-5 centimetri, con colori molto variabili che vanno dal bianco al rosa e dal giallo al fucsia, solo per citarne alcuni. La fecondazione delle bocche di leone avviene per mezzo degli insetti impollinatori che ne visitano i fiori; non di rado, perciò, si possono osservare api e bombi letteralmente “avvolti” dal fiore mentre ne visitano il calice. I fiori, una volta impollinati, si trasformano in baccelli coriacei al cui interno sono contenuti numerosi piccoli semi fertili, che possono essere raccolti e conservati ai fini di una semina nell’anno successivo.

Le piante di bocca di leone sono molto apprezzate per abbellire giardini e vasi fioriti: i loro fiori infatti sono incantevoli, sia per le tonalità sgargianti che possono assumere sia per la loro particolarissima conformazione. Spesso le bocche di leone sono considerate piante annuali nelle zone più fredde e temperate, perché non sopravvivono in genere agli inverni più rigidi, ma in natura queste piante sono perenni e vivono per diversi anni.

Esistono in commercio numerose cultivar di bocca di leone, che possono presentare un’ampia gamma di colori fra i quali, ad esempio, bianco, arancio, giallo, lavanda, rosa, porpora, fucsia e così via; alcune varietà sono bicolori oppure caratterizzate da eleganti screziature. Alcune varietà sono state appositamente selezionate per formare un fiore grosso e simmetrico che sormonta lo stelo fiorito. Queste cultivar di bocca di leone spesso riescono a “fuggire” da giardini e prati, diffondendosi e naturalizzandosi nell’ambiente circostante grazie alla loro adattabilità.

Una curiosità: oltre ad essere belle, le bocche di leone sono anche utili. Fiori e foglie di queste piante sono infatti utilizzati a scopo medicinale, dopo averli fatti essiccare; gli infusi a base di bocca di leone contengono sostanze utili come glucosidi e mucillagini, che conferiscono a questi preparati interessanti proprietà lenitive, antiflogistiche ed antinfiammatorie. La bocca di leone inoltre è utile per lenire scottature, eritemi e le ulcerazioni a livello del cavo orale.

Coltivazione e cura della bocca di leone

Le bocche di leone possono facilmente essere moltiplicate per seme piantandole in serra già nel periodo di febbraio-marzo. Le piantine possono essere poi trapiantate all’esterno in primavera inoltrata, quando le temperature sono sufficientemente elevate. In alternativa la semina all’aperto può essere effettuata verso la fine di aprile-inizio maggio.

Le bocche di leone possono essere fatte crescere sia in giardini e aiole che in vaso. In quest’ultimo caso si consiglia di utilizzare contenitori di almeno 15 centimetri di diametro se destinati ad ospitare piante singole, mentre sono necessarie dimensioni di almeno 25-30 centimetri in caso le piante siano due o (al massimo) tre.

Esposizione e ventilazione

Date le loro origini mediterranee, non deve stupire che le bocche di leone abbiano bisogno di molta luce: devono perciò essere collocate in luoghi soleggiati, altrimenti la loro crescita e soprattutto la fioritura risulteranno stentate.

Temperature

Le bocche di leone sono piante sensibili nei confronti delle basse temperature, perciò dovrebbero essere tenute al riparo dal gelo della stagione invernale utilizzando strati di foglie secche, paglia o coperture di materiale sintetico isolante (come ad esempio il tessuto non tessuto).

Annaffiature

Le innaffiature nei confronti delle bocche di leone devono essere regolari, e non bisogna lasciare mai che il terreno si secchi eccessivamente tra l’una e l’altra. È preferibile comunque non abbondare nelle innaffiature, poiché tendenzialmente le bocche di leone preferiscono condizioni di relativa siccità. Dall’autunno sino alla primavera successiva non è necessario innaffiare queste piante, che si “accontentano” dell’acqua delle precipitazioni. Come tutte le piante, anche le bocche di leone temono i ristagni di umidità, che possono causare attacchi da parte di muffe e funghi, nonché pericolosi marciumi dell’apparato radicale.

Terreno

Le bocche di leone non sono particolarmente esigenti per quanto riguarda il substrato di crescita. Queste piante possono infatti adattarsi praticamente a tutti i terreni da giardinaggio, purché ricchi in sostanza organica (humus) e ben drenati.

Concimazione

La concimazione delle bocche di leone può avvenire una volta ogni tre o quattro settimane, o anche più di rado a seconda del vigore delle piante.

Si consiglia di utilizzare un concime organico formulato per appositamente piante fiorite, in grado di apportare le giuste quantità di azoto, fosforo, potassio e di microelementi (ferro, magnesio, calcio, zinco, boro, rame…) indispensabili per supportare la crescita e la fioritura. Un ottimo concime biologico è questo.

Si può anche scegliere di fornire alle bocche di leone un concime liquido per piante da fiore, sciolto preventivamente nell’acqua utilizzata per innaffiarle. Ad esempio consigliamo questo concime.

Potatura

Le bocche di leone possono talvolta avere una crescita in altezza non indifferente, ed in questo caso si consiglia di cimare queste piante troppo vigorose per “dirottare” le energie verso la produzione dei fiori. Se non si desiderano raccogliere i semi, è anche opportuno eliminare prontamente i fiori appassiti e gli steli in via di disseccamento, per stimolare l’ulteriore fioritura della pianta.

Parassiti e malattie

Le piante di bocca di leone sono soggette all’attacco di diversi tipi di parassiti, come ad esempio i diffusi afidi. Questi insetti attaccano le parti verdi della pianta (germogli, fiori, foglie) succhiandone la linfa e causandone l’ingiallimento e l’accartocciamento. Le piante attaccate dagli afidi risultano particolarmente indebolite, pertanto sono maggiormente soggette all’attacco di malattie di natura fungina. Appena si scoprono sulla pianta gli afidi e la tipica appiccicosità legata alla loro presenza, questi parassiti vanno immediatamente combattuti mediante lavaggi ed insetticidi ad azione specifica.

Il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) è un acaro parassita che prolifera in ambienti secchi e caldi. Succhia la linfa delle piante, debilitandole e determinandone il progressivo avvizzimento; va combattuto mediante l’utilizzo di prodotti acaricidi specifici, mentre la prevenzione si attua mantenendo sempre un minimo grado di umidità attorno alla pianta (es. frequenti irrigazioni, posizionamento di ciottoli bagnati al di sotto del vaso).

La bocca di leone è soggetta anche agli attacchi di diversi tipi di malattie fungine; un patogeno specifico di questa pianta è rappresentato dalla cosiddetta muffa delle bocche di leone (Peronospora antirrhini). Questa muffa è particolarmente aggressiva nei confronti delle giovani piantine, la cui crescita viene arrestata e le cui foglie tipicamente si sviluppano deformi ed arricciate, e ricoperte di una patina grigiastra.

Una delle malattie fungine più diffuse è senz’altro la cosiddetta muffa grigia (Botrytis cinerea). Questa muffa si riconosce facilmente poiché forma una patina grigiastra dall’aspetto polverulento sulle parti vegetative della pianta. Gli attacchi di muffa grigia si impediscono diminuendo la presenza di umidità; se malauguratamente presente, la malattia deve essere contrastata attraverso l’eliminazione delle parti marcescenti e appositi trattamenti con prodotti anticrittogamici. Altri funghi pericolosi per la bocca di leone sono ad esempio la ruggine, i cui sintomi sono la comparsa di evidenti macchie scure color mattone sulla pianta. Sono state selezionate tuttavia alcune varietà di bocca di leone resistenti alla ruggine come, ad esempio, Yellow Monarc, Harrison’s Rust Resistent e Scarlet Monarc.

Chi si dedica alla coltivazione di bocche di leone deve prestare attenzione anche ad altri tipi di funghi come ad esempio il Pythium debaryanum (detto anche marciume delle piantine dei semenzai) e il marciume radicale. Anche in questo caso le infezioni si possono prevenire efficacemente evitando l’eccessiva umidità.

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12 Commenti

  1. aldo
  2. Anna Carrara
  3. Valeria
  4. Piergiorgio Fuochi
  5. Elda
  6. daniela
  7. VANNA Picarone
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  12. Alberto Ferrara

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