Potatura dell’olivo

L’olivo è una preziosa pianta che nel nostro Paese viene coltivata prevalentemente nelle zone meridionali, lungo le coste e intorno ai grandi laghi subalpini. Questo albero deve essere potato con cognizione affinché possa produrre in modo ottimale, e in questa guida potrete trovare suggerimenti e consigli per eseguire questo indispensabile intervento periodico.

Principi generali della potatura dell’olivo

In tutte le piante di interesse produttivo, e a maggior ragione nell’olivo (Olea europaea), vale il famoso detto che recita: “in molti tagliano, ma in pochi potano”. Infatti, molto spesso, le potature sono viste come un semplice ridimensionamento della chioma dell’albero, e per questo sono effettuate seguendo canoni più estetici che scientifici.

Eppure la potatura dell’olivo è molto di più: si tratta infatti di un intervento finalizzato al miglioramento della vigoria e della produttività della pianta attraverso tagli eseguiti in modo razionale e sistematico.

Potatura dell’olivo

Il portamento dell’olivo

Per eseguire in modo corretto la potatura è indispensabile conoscere come si sviluppa in natura la pianta di olivo. Questa specie presenta un portamento basitono, ovvero i germogli inseriti nella porzione di ramo più vicina al fusto (prossimale) tendono a svilupparsi maggiormente rispetto a quelli situati verso l’apice del ramo (cioè in posizione distale). Ecco perché un olivo non potato tende ad assumere un portamento cespuglioso, concentrando la maggior parte della vegetazione e dei frutti nella porzione più esterna della chioma.

Forme di coltivazione dell’olivo

Ovviamente una forma cespugliosa è quanto di più lontano dagli olivi che siamo soliti osservare nelle campagne, dal momento che la maggior produttività si raggiunge con una chioma ben aperta e arieggiata. Non bisogna infatti dimenticare che l’olivo è una pianta mediterranea che ha bisogno di molta luce, e che non riesce a svilupparsi in modo ottimale quando la chioma è soggetta ad ombreggiamento. Ciononostante, come vedremo, in alcuni casi è possibile allevare l’olivo anche a cespuglio.

A seconda della zona geografica e delle cultivar impiegate si possono trovare diverse forme di allevamento dell’olivo; le più diffuse nel nostro Paese sono:

  • Vaso
    si tratta della forma di allevamento più comune, che consta di un fusto di altezza variabile dal quale si dipartono diverse branche. La forma della chioma può essere ad esempio cilindrica, conica, tronco-conica oppure ancora conico-cilindrica.
  • Cespuglio
    è una forma libera che nei primi 8-10 anni di vita della pianta non prevede alcun intervento di potatura ad eccezione del taglio di alcuni rami basali. La chioma di una pianta così allevata assume una tipica forma globosa, senza che i rami siano disposti con un ordine particolare.
  • Vaso cespugliato
    è una forma di allevamento molto bassa che consta di tre o quattro rami principali che si originano quasi a livello del suolo.
  • Monocono
    come dice il nome, in questa forma di allevamento la chioma dell’olivo assume una forma a cono singolo. Nel monocono si può notare un tronco principale dal quale si dipartono branche intervallate tra loro di circa mezzo metro.

Obiettivi della potatura dell’olivo

Nell’olivo la potatura presenta numerose finalità, ovvero:

  • Rinnovamento dei rami produttivi
  • Contenimento della crescita dimensionale dell’albero
  • Miglioramento della penetrazione dell’aria e della luce all’interno della chioma
  • Diminuzione della suscettibilità agli attacchi parassitari
  • Eliminazione delle branche disseccate o danneggiate (es. da parassiti, intemperie…)
  • Mantenimento della produttività costante del tempo (ridurre il fenomeno dell’alternanza di produzione)
  • Sostegno alla crescita vegetativa
  • Prevenire l’invecchiamento della pianta

Le tipologie di rami dell’olivo

In genere i frutti dell’olivo sono portati sui rametti di un anno, più raramente su quelli di due anni e mai sui rametti più vecchi: la potatura di produzione deve quindi tenere conto di questa diversa predisposizione a seconda dell’età. Ogni anno sull’olivo compaiono nuovi getti, rappresentati principalmente da:

  • Rami di prolungamento
    si distinguono per il loro portamento pendulo e la direzione di crescita obliqua.
  • Succhioni
    si originano da una gemma latente situate lungo le branche o sul tronco, in posizioni medio-alte della chioma.
  • Polloni
    rami che si sviluppano direttamente dal tronco o dalla base (ceppaia) della pianta.
  • Rami a frutto
    sono i rami che nell’anno successivo porteranno le maggiori quantità di frutto, pertanto essi devono essere potati con cognizione.

L’entità della potatura

A seconda della percentuale di rami asportati è possibile suddividere gli interventi di potatura in tre diverse categorie:

  • leggera
    meno del 20% di chioma asportata, è indicata durante la fase di allevamento che precede l’entrata in produzione della pianta. Questa potatura è consigliabile anche quando è necessario concedere alle piante un anno di scarica.
  • media
    asportazione del 20-35% della chioma. In questa categoria ricade la maggior parte degli interventi ordinari di potatura.
  • intensiva
    oltre il 40% della chioma asportata. Si tratta di interventi pesanti e di elevato impatto sulla pianta, pertanto essi vengono messi in pratica solo quando è necessario stimolare l’emissione di nuovi germogli per una potatura di ricostituzione o di ringiovanimento.

Come effettuare le potature dell’olivo

La potatura dell’olivo avviene tra la fine dell’inverno e la fioritura, di solito nei mesi che vanno da marzo a maggio. Soprattutto nelle aree settentrionali o soggette a notevoli sbalzi temici è consigliabile posticipare la potatura per evitare che improvvisi ritorni di freddo o gelate tardive possano danneggiare le piante.

Nel corso della potatura bisogna scegliere quali nuovi getti mantenere per sostituire i rami esauriti, e quali invece eliminare perché non adatti alla produzione. I tagli devono essere eseguiti in modo netto, utilizzando attrezzi (segaccio, forbici, motosega…) perfettamente affilati ed evitando nel modo più assoluto di sfilacciare la corteccia. Per evitare che da un ramo all’altro si possano trasmettere infezioni, è bene disinfettare di tanto in tanto le lame con alcool etilico o candeggina.

Le potature devono essere eseguite in modo tale da lasciare una superficie di taglio inclinata verso il basso/esterno, in modo tale da favorire il drenaggio dell’acqua piovana ed evitare il rischio di attacchi di funghi e carie del legno. Di solito non è necessario applicare del mastice cicatrizzante sui tagli di potatura, che nell’olivo si rimarginano con facilità. Tuttavia, nel caso nell’oliveto vi fossero problemi di attacchi di patogeni (ad esempio causati dalla rogna dell’olivo), è possibile intervenire con trattamenti a base di prodotti rameici.

Polloni e succhioni

I polloni sono rami molto vigorosi ma del tutto sterili, pertanto vanno prontamente eliminati dalla pianta dalla quale sottrarrebbero inutilmente energie per la propria crescita. Anche i succhioni presentano un notevole vigore, ma per queste cacciate è necessario fare una importante distinzione: in alcune cultivar infatti i succhioni sono sterili, mentre in altre sono in grado di portare frutti nell’anno successivo alla loro comparsa. Per questo motivo è bene conoscere con quale cultivar di olivo si ha a che fare, per poter stabilire se i succhioni possano essere mantenuti o meno sulla pianta.

Ad ogni modo, la presenza di polloni e succhioni soprannumerari deve essere considerata come una sorta di “campanello di allarme” dal momento che significa che qualcosa non va nella coltivazione dell’olivo. Lo squilibrio tra attività vegetativa e produzione è infatti un sintomo di qualche problema; ad esempio, se su un olivo compare da un anno all’altro una grande quantità di succhioni, significa che la precedente potatura è stata troppo spinta oppure che le irrigazioni o le fertilizzazioni sono state
eccessive.

Rami a frutto

Per quanto riguarda infine i rami a frutto, che porteranno la maggior quantità di produzione nell’anno successivo, da prediligere sono quelli a portamento verticale e di medio vigore. Non tutti i rami da frutto ovviamente devono essere conservati, ma bisogna praticare un diradamento che consenta di equilibrare la produzione sull’intera chioma.

Alcuni consigli generali

La potatura dell’olivo, alla luce di tutti gli aspetti sinora considerati, è un’operazione tutt’altro che semplice e non è possibile stabilire a tavolino come è meglio intervenire, dal momento che la situazione deve essere valutata di caso in caso. Ciononostante è possibile fornire indicazioni generali che possono aiutare a compiere le scelte operative migliori:

  • Innanzitutto, non tutte le piante hanno bisogno di
    essere potate ogni anno. In alcuni casi, soprattutto quando gli olivi sono molto giovani, la loro crescita è naturalmente ottimale e la chioma non deve essere toccata.
  • Gli interventi devono essere commisurati all’età dell’esemplare e alla sua vigoria. Le piante più giovani devono essere potate poco, mentre su quelle più vecchie la potatura è più intensa e può prevedere anche l’asportazione di branche intere.
  • La chioma deve essere riequilibrata, evitando perciò la formazione di branche troppo vigorose da un lato e di una vegetazione più stentata dall’altro.
  • I tagli di ritorno sono opportuni per ridurre la lunghezza dei rami e mantenere la chioma di forma compatta.
  • I rami più grossi e vigorosi devono essere i primi ad essere potati; solo dopo si potrà intervenire su quelli di minori dimensioni.
  • Per eseguire una potatura corretta è necessario procedere dall’alto verso il basso della chioma.
impara a potare

14 Commenti

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