Non tutte le piante da interno, o da appartamento, sono naturalmente uguali; esistono vegetali molto diversi tra loro, che essendo differenti abbisognano di cure particolari. Vediamo le principali tipologie.
Contenuti della guida:
Piante da interno per luoghi ombreggiati
Per luoghi ombreggiati, all’interno di un’abitazione, si intendono quelle zone della casa occultate o poco esposte alla luce proveniente dall’esterno; ciò avviene se s’infrapone un divano, un sottoscala, o se il punto è posto dietro una parete e quindi più al buio.
Le piante da foglia (cioè quei vegetali che sono coltivati o acquistati per via delle virtù estetiche del loro fogliame), come è prevedibile, gradiscono maggiormente le zone poco luminose.
Ci sono alcune eccezioni: le cosiddette stelle di natale e i cactus di natale fioriscono, appunto, attorno al 25 dicembre di ogni anno (da qui il rimando alla festa natalizia); quindi in pieno inverno e con giornate povere di luce solare. Si raccomanda, in tal senso, il posizionamento nelle aree nascoste dell’abitazione.
Le zone luminose, altresì, sono generalmente appannaggio delle piante da fiore (cosiddette perché esprimono il massimo della loro bellezza con la periodica fioritura); inevitabilmente ci sono le dovute eccezioni anche in questo caso, come i ficus ad esempio.
Idrocoltura
Tra le piante da interno attualmente più in voga, non possono certamente essere escluse quelle coltivate con il metodo dell’idrocoltura.
Come indica la parola composta, questo particolare sistema di coltivazione permette di far crescere, e progredire, un organismo vegetale anche in assenza di materiale terroso. Ciò è possibile grazie a un particolare vaso di vetro, riempito da argilla espansa e provvisto di alcuni fori, che ospita l’apparato radicale della pianta; la quale trarrà il nutrimento e gli elementi di cui abbisogna, direttamente dal liquido presente nel contenitore (ovviamente tale miscela sarà costituita da semplice acqua, nella quale sarà disciolto del fertilizzante apposito).
I vantaggi di questa tecnica rivoluzionaria sono:
- la durata di vita dei vegetali coltivati con questo sistema, come è stato accertato da alcuni studi, in media quintuplica
- la pianta, così sistemata, sopporta meglio eventuali mancanze momentanee d’umidità e luminosità
- si evitano ristagni pericolosi d’acqua, soprattutto nei sottovasi; questi episodi possono verificarsi allorché non si ricorda il momento dell’ultima annaffiatura e a volte si eccede
- si crea uno sviluppo radicale più lento, che richiede quindi dei rinvasi meno frequenti; la pianta, infatti, non trovando il terreno o il terriccio, non imprime alle radici uno sviluppo accelerato, rallentando anche la crescita verticale.
Le piante da interno coltivate con il metodo dell’idrocoltura richiedono soltanto qualche minima attenzione:
- il livello dell’acqua deve essere il più possibile costante
- alimentare il vaso con del fertilizzante concepito esclusivamente per questi scopi; si trovano in vendita in tutti i negozi specializzati.
Le piante che più si prestano a questa coltivazione sono in genere quelle tropicali, e in particolare i Ficus, i Philodendri, ed altre specie affini.
Bonsai
La pratica del bonsai è il frutto della tradizione millenaria, tramandata di generazione in generazione dalle popolazioni dell’estremo oriente. Si tratta di piante, dalle specie normalmente disponibili in natura, che potate periodicamente nel suo apparato radicale e fogliare, rallenta fortemente la sua crescita, dando vita a forme suggestive e affascinanti, ma con dimensioni ridottissime. Ideali quindi come piante da interno.
La pratica del bonsai può essere considerata una vera e propria forma d’espressione artistica; e soprattutto è indicata soltanto a chi detiene un budget di pazienza e costanza elevatissimo. Infatti ci vogliono molti anni per vedere i primi risultati, avendo come base di partenza una giovane piantina. Se invece si decide di acquistare un bonsai già avviato, sarà più facile mantenerlo in vita e conservarne la forma originaria.
Piante da interno “succulente” o grasse
Sono quei vegetali che, avendo il loro habitat naturali in luoghi spesso aridi di acqua e umidità, hanno creato una struttura del tronco e delle foglie, tale da poter immagazzinare grandi quantità d’acqua e per moltissimo tempo. Impropriamente sono chiamate anche piante grasse.
Così come spesso si compie un altro grande errore di linguaggio: si tende infatti a interscambiare l’espressione “piante succulenti”, semplicemente con il termine “cactus”. La differenza è evidente, e consiste nel fatto che la prima espressione copre indistintamente anche la seconda categoria (essendo i cactus una particolare specie di succulente che vive prevalentemente nelle americhe); ma non tutte le succulente sono cactus.
La loro struttura suggerisce di non fornirle acqua troppo spesso, rispettando il più possibile le caratteristiche ambientali che troverebbero in natura. Si possono incontrare piante succulenti di varie forme: arrotondate, appiattite, a rosa, con spine o senza spine, etc.
Provenienza delle piante da interno
Le piante da appartamento, per la quasi loro totalità, sono vegetali provenienti dalle zone tropicali, come le foreste pluviali dell’America latina e centrale; o nelle fasce caldo temperate africane e dell’Asia.
Non potrebbe essere diversamente, visto che il clima appena descritto somiglia moltissimo alle temperature delle nostre strutture abitative, quasi sempre costanti in tutte e quattro le stagioni dell’anno. La specificità, invece, consiste nella coltivazione in vaso, certamente limitante per lo sviluppo delle suddette piante, che altrimenti si trasformerebbero, in brevissimo tempo, in alberi svettanti.
Consigli per tutte le specie
- Per le piante da interno, che per loro natura richiedono prolungate e intense esposizioni alla luce, scegliere accuratamente le aree più luminose, evitando il più possibile un’incontro diretto con i raggi del sole. Quindi la luce artificiale, spesso presente nei soggiorni, non può che far bene alle vostre piante.
- Un po’ più delicato è il discorso sull’intensità e la quantità di calore da fornire; se è vero che tutto dipende dal clima della casa (il quale non può basarsi sulle preferenze delle piante, ma delle persone che ci abitano!), sarebbe buona norma tenerle il più lontano possibile dalle fonti irroratrici di calore (caloriferi, stufe). I basamenti dei vasi, poi, non dovrebbero giacere direttamente sul marmo, se lì devono stare; sarà preferibile intramezzare con una tavoletta di legno per ammortizzare l’assorbimento di calore della superficie marmorea.
- A parte alcuni casi particolarissimi, è assolutamente controindicato fornire troppa acqua nel terreno, pena il rischio di marcimento delle radici.
Come innaffiare le piante da interno
Quale che sia la specie di piante da interno che avete in casa, una delle operazioni assolutamente irriducibili è quella dell’innaffiatura, ossia la fornitura di acqua nelle forme e in quantità adatti alla pianta stessa. Attualmente esistono due modi per irrigare i vostri vasi da interno: quello classico, caratterizzato dall’introduzione di acqua sul terreno all’interno del contenitore. Oppure il più moderno sistema della subirrigazione.
È una tecnica che permette l’assimilazione dell’umidità da parte della pianta, tramite un sistema di assorbimento dal basso, anziché dare l’acqua da sopra come tradizionalmente viene fatto. Si parla di subirrigazione capillare, e a sua volta riconducibile ad altre due categorie:
- la prima, detta a canalette. Su dei piccoli canali scorre costantemente un rigagnolo d’acqua, sopra il quale vengono posti i contenitori delle piante.
- la seconda, invece, detta a tappetino. Sotto i vasi viene steso una sorta di telo, costituito da materiali che trattengono l’umidità; per lo stesso procedimento fisico che agisce anche per l’altro sistema, cioè per il principio di capillarità, la pianta assorbirà lentamente e costantemente l’acqua necessaria.
Accorgimenti al momento dell’acquisto
Al momento dell’acquisto, punto finale del processo di scelta delle piante da interno, sarà utile seguire alcuni piccoli suggerimenti, per non rischiare di avere forme di rimpianti postumi.
- se la pianta che vi apprestate a comprare è il risultato di una scelta su un catalogo o un libro di botanica, o semplicemente da ciò che il rivenditore vi ha mostrato in precedenza, state accorti nel confrontare le immagini con la realtà; potreste, altresì, per malafede del rivenditore ma, cosa meno probabile, da errori d’inventariato, trovarvi una specie di vegetale diversa;
- se il vostro vaso è stato “trattato male”, cioè ha dovuto subire periodi con temperature elevate o concimazioni squilibrate, i margini delle foglie lo dovrebbero testimoniare colorandosi di un brunastro; un fogliame troppo rado rispetto alla normalità testimonierà, anch’esso, un’errata concimazione o un’irrigazione eccessiva;
- le foglie più interne della chioma, cioè le parti tendenzialmente meno esposte alla luce, risulteranno troppo chiare o addirittura gialle, se il negoziante non avrà fornito la giusta quantità d’acqua;
- controllando i nodi delle foglie, cioè i punti di congiunzione tra le foglie e lo stelo, si potrà controllare la presenza o meno di parassiti; scelgono lì il loro punto d’ovulazione.
- ultimo piccolo suggerimento, ma estremamente importante. Non acquistate piante con il vaso sottostante palesemente più piccolo rispetto alla chioma; in questo caso il deficit volumetrico verso l’apparato radicale, causerà la fuoriuscita delle radici dal terriccio superiore o dal buco di drenaggio dell’acqua.