Rododendro: coltivazione e cura

Il rododendro è una splendida pianta fiorita che regala colore e allegria a balconi e giardini. Non si tratta di una pianta di semplice coltivazione, ma seguendo alcuni consigli pratici è possibile far crescere anche a casa propria esemplari belli e rigogliosi. In questa guida scopriremo le caratteristiche dei rododendri e le più belle varietà coltivabili, fornendo indicazioni e suggerimenti per farli crescere in maniera ottimale.

Il rododendro è un arbusto appartenente al genere Rhododendron, che comprende oltre mille diverse specie di piante legnose ed è incluso nella famiglia delle Ericaceae. Nel genere Rhododendron, oltre alle piante comunemente conosciute come rododendri, sono incluse anche le azalee.

Il nome di questa pianta deriva da due termini dell’antico greco, rhódon e déndron che, rispettivamente, significano “rosa” e “albero”. Il nome di questa pianta dunque, “albero della rosa” ne descrive molto bene le sue caratteristiche distintive, ovvero la presenza sui loro rami di fiori grandi e colorati. Non a caso in tedesco il rododendro è definito Alpenrose, ovvero “rosa delle Alpi”.

Identikit del Rododendro

Le specie appartenenti al genere Rhododendron sono diffuse in molte zone dell’emisfero settentrionale (Europa, Asia ed America del Nord) e meridionale (Asia sudorientale e Oceania), mentre non si conoscono specie native né del continente africano, né dell’America meridionale. L’area geografica dove si registra la maggior densità di specie diverse è in Asia, precisamente in alcune zone della catena himalaiana e dei rilievi montuosi di India, Cina, Giappone, Taiwan e Corea.

Il rododendro solitamente cresce in forma arbustiva, per cui si elenca tra i cespugli perenni fioriti, più raramente come un albero vero e proprio; le specie più piccole possono essere alte meno di una spanna, mentre quelle di dimensioni maggiori (come, ad esempio, il Rhododendron giganteum) raggiungono altezze di qualche decina di metri. Le foglie sono disposte a spirale lungo i fusti, presentano una consistenza coriacea ed in alcune specie possono essere ricoperte di una lanugine feltrosa (detta indumentum) o da scaglie (lepidote).

La loro forma è solitamente ovale o lanceolata, con margini lisci o dentellati e di colore verde scuro. Talvolta la pagina inferiore delle foglie presenta una colorazione di colore mattone, bronzo, grigio argenteo o ruggine. Alcune specie di rododendro sono decidue, ovvero perdono le foglie con l’arrivo della stagione autunnale, mentre altre sono sempreverdi.

Rododendro

I fiori del rododendro sono di aspetto imbutiforme, e presentano petali lisci o ondulati più o meno aperti verso l’esterno; in alcune specie sono profumati. I fiori sono portati sulla parte apicale dei rami e possono essere singoli o riuniti in infiorescenze a grappolo, con un colore che a seconda delle varietà può essere bianco, rosa, fucsia, lilla, lavanda, giallo, arancione, rosso, porpora o violetto, sia a tinta unita che con screziature o striature. Per le specie più precoci la fioritura inizia già verso la fine dell’inverno, anche se nella maggior parte dei casi il rododendro fiorisce verso il mese di maggio.

Il rododendro è una specie molto apprezzata a livello ornamentale in giardini, aiole, terrazzi e case per la bellezza delle sue fioriture, anche se molti ibridi sono stati selezionati per esaltarne caratteristiche differenti come ad esempio colore e aspetto del fogliame, dei rami o della corteccia. L’ibridazione è stata ampiamente utilizzata dai coltivatori per migliorare e selezionare gli individui dalle caratteristiche più pregevoli, tanto che si calcola che attualmente esistano più di 28.000 differenti cultivar di rododendro! Esiste persino un registro “ufficiale” di queste varietà, l’International Rhododendron Registry, gestito dalla Royal Horticultural Society inglese. Le piante di rododendro si incrociano fra loro piuttosto frequentemente anche in natura, dando origine ad ibridi selvatici nelle zone dove si sovrappongono gli areali di distribuzione di specie diverse.

Varietà di Rododenro

In Italia sono spontanee due specie di rododendro, R. hirsutum e R. ferrugineum, che crescono nelle zone montane di Alpi ed Appennini sino a 2000 metri di altitudine e sono un elemento distintivo delle brughiere alpine. Fra le varietà di rododendro di più semplice coltivazione a scopi ornamentali troviamo:

  • Rhododendron ponticum
    è una specie sempreverde nativa dell’Europa meridionale e dell’Asia. Forma cespugli densi che si ricoprono di fiori di color viola porpora spesso maculati o striati di giallo-verde. Gli ibridi ottenuti da questa specie sono caratterizzati da una crescita piuttosto rapida;
  • Rhododendron decorum
    è una specie che, più delle altre, si adatta anche a terreni tendenti all’alcalino. Proviene dalla Cina ed è caratterizzata da foglie persistenti di colore verde-grigiastro sulla pagina superiore e grigio-azzurrognole su quella inferiore. Verso il mese di maggio queste piante si ricoprono di fiori grandi e profumati, di colore bianco con venature rosate;
  • Rhododendron catawbiense
    proviene dall’America settentrionale e produce fiori di color lilla con macchie verdi sulla corona. Fiorisce verso maggio-giugno ed è sempreverde, con foglie grandi la cui pagina inferiore è di colore grigio-verdastro;
  • Rhododendron lutescens
    proviene da Tibet e Cina ed è caratterizzato da foglie di colore verde che, allo stadio giovanile, presentano riflessi color bronzo. La fioritura è precoce (solitamente va da gennaio ad aprile) ed abbondante, con fiori singoli o portati in coppia di colore giallo talvolta sfumato di verde.

Riproduzione del rododendro per talea

Per la propagazione del rododendro il metodo senza dubbio migliore è quello del taleaggio, che consiste nel prelevare verso la tarda primavera (giugno) porzioni di rami dell’anno precedente di lunghezza intorno agli 8-10 centimetri.

Il taglio deve essere effettuato con una cesoia ben affilata le cui lame siano state precedentemente sterilizzate, e la talea può essere immersa in una soluzione di acqua e sostanze radicanti per favorire l’emissione delle radici avventizie.

Nei garden center troviamo prodotti a base di ormoni vegetali, ma sono sostanze chimiche tossiche. Possiamo favorire il radicamento in modo naturale usando miele, gel di aloe vera o macerato di salice.

La talea va collocata in un vaso contenente un substrato composto di torba e terriccio sabbioso, e mantenuta al riparo dal sole diretto e in condizioni di umidità sino a che la radicazione non è avvenuta. Dopodiché può essere trapiantata in vaso o in piena terra, generando un esemplare le cui caratteristiche sono identiche a quelle della pianta madre dal momento che ne condivide il medesimo patrimonio genetico.

La moltiplicazione del rododendro per seme è possibile, ma sconsigliata per almeno due ragioni. La prima è che con la ricombinazione genetica vi è sempre una certa imprevedibilità riguardo alle caratteristiche delle piante ottenute; la seconda è che, prima che questi esemplari fioriscano, spesso bisogna attendere molti anni.

Coltivare il rododendro

Le piante di rododendro sono belle ed eleganti, ma non sono fra le varietà di più semplice coltivazione perché hanno bisogno di particolari cure ed attenzioni. Ciononostante conoscendo qualche “trucco” è possibile far crescere piante belle e rigogliose.

Rododendro: esposizione e temperature

Il rododendro ama le zone luminose ma non tollera l’illuminazione diretta, che può causare bruciature fogliari sulle specie più delicate. Per evitare problemi è sempre bene collocare la pianta in una zona moderatamente ombreggiata con luce diffusa, come ad esempio al di sotto di una siepe alta o di un albero, dove la luce diretta del sole arrivi solo nelle ore meno calde della giornata.

Le varietà di rododendro di origine tropicale e subtropicale devono essere coltivate in vaso e poste al riparo durante la stagione invernale, ad esempio in casa o in serra; molte altre invece crescono solo in piena terra e sono resistenti al freddo (sino a diversi gradi sotto lo zero). Queste ultime specie hanno bisogno di trascorrere un periodo a basse temperature affinchè possano fiorire l’anno successivo, e questo processo è noto
come vernalizzazione. Per proteggere l’apparato radicale dal gelo è possibile disporre sul terreno uno strato di foglie secche, paglia o corteccia sminuzzata durante la stagione invernale. Il rododendro è una pianta piuttosto rustica che solitamente non teme nemmeno il caldo, a patto che le innaffiature siano regolari.

Le piante di rododendro che crescono in casa devono essere mantenute al riparo da spifferi e correnti d’aria fredda, soprattutto durante la stagione invernale. Per le piante da esterno la collocazione ideale è in luoghi sufficientemente riparati dal vento, dal momento che i fiori sono delicati. Può purtroppo accadere che, in presenza di forti piogge o temporali, i fiori di rododendro subiscano gravi danneggiamenti.

Rododendro: annaffiature

Il terreno deve sempre mantenere un certo grado di umidità soprattutto quando ospita giovani piante di rododendro, che possiedono apparati radicali non ancora ben sviluppati. Le innaffiature devono essere regolari ma non eccessive, dal momento che si possono formare pericolosi ristagni idrici nel terreno con conseguente asfissia della pianta e marciumi dell’apparato radicale. Solitamente è bene aspettare che, fra un’annaffiatura e l’altra, il terreno si asciughi completamente. La frequenza delle innaffiature deve essere aumentata con l’arrivo della stagione calda, mentre in autunno, inverno e inizio primavera le piogge sono in genere sufficienti per mantenere il terreno umido. Per quanto riguarda le piante da appartamento, le innaffiature durante la stagione fredda devono essere saltuarie.

Dal momento che i rododendri sono piante acidofile, è bene che per le innaffiature non si utilizzi acqua eccessivamente calcarea. L’ideale sarebbe acqua piovana o decalcificata.

Rododendro: terreno ideale

Come molte altre ericacee, la maggior parte delle specie di rododendro predilige i suoli acidi il cui pH sia compreso fra 4.5 e 5.5 circa. Il rododendro cresce bene in suoli ricchi di sostanza organica, fertili e ben drenati; se il terreno dove si intende mettere a dimora una pianta fosse a pH neutro/alcalino è indispensabile scavare una buca e ricoprirne il fondo con tessuto non tessuto, riempiendola con terriccio per piante acidofile oppure un misto di terriccio universale, terra di castagno, corteccia di pino compostata o aghi di conifere. Gli stessi substrati devono essere utilizzati per le piante di rododendro da coltivare in vaso.

La selezione da parte dell’uomo ha portato all’ottenimento di alcune varietà di rododendro maggiormente tolleranti nei confronti del terreno calcareo e dei pH neutro-alcalini (sino a 7.5), ottenute a partire da un singolo esemplare di rododendro scoperto casualmente in una cava di gesso!

Come concimare il rododendro

Ogni anno, prima della ripresa vegetativa, il terreno deve essere arricchito di torba fresca che apporti sostanza organica, con il doppio vantaggio di mantenere il pH acido.

Durante la stagione vegetativa (da aprile ad ottobre) le piante di rododendro dovrebbero essere concimate utilizzando un fertilizzante specifico per piante acidofile.

Molto pratici sono i formulati liquidi, da diluire nell’acqua utilizzata per le innaffiature e da usare con cadenza bi- o trisettimanale, oppure i concimi granulari a lenta cessione da utilizzare ogni tre o quattro mesi.

Ecco due prodotti consigliati per i rododendri. Si tratta di prodotti totalmente biologici, in grado di stimolare l’apparato radicale, garantendo non solo ottime fioriture ma anche una maggior resistenza delle piante:

Rododendro: potatura

Durante la fase di crescita è opportuno effettuare potature di formazione che conferiscano alla pianta una forma regolare ed armoniosa, prestando molta attenzione a non esagerare con le cimature degli apici che possono avere gravi effetti sulla crescita della pianta.

Il rododendro fiorisce sempre sui rami nuovi, pertanto le potature devono essere effettuate dopo la fioritura; alla fine dell’inverno è necessario rimuovere i rami disseccati o danneggiati. Man mano che i fiori appassiscono è bene asportarli dalla pianta, affinchè non vengano “sprecate” energie per lo sviluppo e la maturazione dei semi.

Coltivazione in vaso

Le piante di rododendro coltivate in vaso dovrebbero essere rinvasate ogni uno o due anni, provvedendo ogni volta a sostituire il contenitore precedente con uno di dimensioni maggiori ed arricchendo il terreno con sostanza organica a reazione acida (torba, aghi di pino…).

Difendere il rododendro

Insetti parassiti

Il rododendro può essere attaccato da molti insetti, sia specifici ospiti della pianta sia opportunisti. Fra di essi troviamo:

  • Bruchi di diverse specie di farfalle notturne e diurne (larve di lepidottero).
  • Coleotteri curculionidi.
  • Cocciniglie.
  • Afidi
  • Ragnetto rosso

Afidi e cocciniglie sono parassiti piuttosto comuni del rododendro, che si nutrono della linfa delle piante indebolendole e compromettendone lo sviluppo; molto dannoso è anche il ragnetto rosso, un acaro che determina la comparsa di macchie giallastre sulle foglie.

Fitofagi e parassiti devono essere combattuti con specifici prodotti antiparassitari ed acaricidi, da utilizzare anche per trattamenti preventivi, scegliendo sempre prodotti biologici.

Alcuni rimedi utili:

  • Olio di soia (contro cocciniglia)
  • Flipper (acaricida biologico)
  • Sapone molle di potassio (contro afidi e cocciniglia)
  • BTK (batterio contro i bruchi biologico)

Malattie del rododendro

Fra le malattie fungine in grado di colpire il rododendro troviamo:

  • Marciume radicale (Phytophthora spp.)
  • Muffa grigia (Botrytis cinerea)
  • Il fungo parassita Exobasidium rhododendri, facilmente riconoscibile perché determina la formazione di galle spugnose sulle foglie.

Queste malattie devono essere trattate con fungicidi biologici, e possono essere evitate con trattamenti preventivi da effettuarsi in primavera.

Clorosi ferrica

Quando il terreno di crescita del rododendro si allontana dalle condizioni ideali di acidità, sulla pianta compaiono sintomi inconfondibili: le foglie tendono progressivamente a schiarirsi fino ad assumere tonalità verde pallido.

Questa reazione, definita come clorosi ferrica, è causata dal fatto che con pH alti le pianta non è più in grado di assorbire il ferro contenuto nel terreno. Per evitare la comparsa di questi sintomi è opportuno acidificare il terreno con torba fresca, aghi di pino o corteccia di conifere, fornendo alle piante prodotti in grado di favorire l’assorbimento del ferro e degli altri nutrienti.

Per risolvere la clorosi ferrica rapidamente si inteviene con un prodotto integratore bio, ad esempio questo (chelato di ferro).

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16 Commenti

  1. maria
  2. angela
  3. cinzia ferri
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