Contenuti della guida:
Il segni distintivi della muffa grigia
La muffa grigia o botrite (Botrytis cinerea) è un parassita fungino che quanto a campo di azione non è certamente ‘di gusti difficili’, dal momento che può attaccare indistintamente piante coltivate in agricoltura come la vite, le colture orticole e le specie da frutto sia pomacee che drupacee; gli effetti dannosi della malattia si possono manifestare anche su specie ornamentali, floricole e di interesse paesaggistico.
In ogni zona d’Italia è presente la muffa grigia, in grado colpire non solamente come parassita ma anche come fungo saprofago sviluppandosi sul materiale organico in decomposizione: la sua diffusione è quindi ampia, persistente ed ubiquitaria.
Dal punto di vista della sintomatologia la Botrytis cinerea si manifesta sui tessuti vegetali con la formazione di feltri di colore grigiastro costituiti dalle microscopiche strutture riproduttive del fungo. Per quanto riguarda in particolare i grappoli di uva, dove il danno è maggiore, la muffa tende a colpirli durante la maturazione quando si arricchiscono di sostanze zuccherine. Il fungo trova una via di ingresso privilegiata nelle piccole spaccature che si possono formare sugli acini; quelli colpiti dapprima vanno incontro alla marcescenza molle dei tessuti e poi si ricoprono di uno strato grigiastro di muffa. Successivamente gli acini necrotizzano e rinsecchiscono.
I sintomi che si possono riscontrare sulle foglie, sui germogli e sui rami generalmente sono invece di poco conto, se confrontati con quelli appena descritti per i grappoli.
I danni causati dalla Botrytis cinerea
Gli appassionati e i professionisti di viticoltura temono gli attacchi di Botrytis cinerea, e ne hanno tutti i motivi: la muffa grigia distrugge infatti i grappoli di uva, arrivando a compromettere anche la quasi totalità dl raccolto soprattutto quando la cultivar in questione presenta acini disposti in modo molto serrato. Qualora si utilizzassero grappoli parzialmente colpiti da botrite per la vinificazione, si otterrebbe un risultato decisamente scadente e di difficile conservazione. Anche per le uve da tavola i danni sono ingenti, poiché i grappoli colpiti da questo tipo di muffa non possono essere commercializzati o comunque risulterebbero molto deprezzati.
La muffa grigia in genere non causa danni significativi alle altre strutture della pianta, ad eccezione degli attacchi sulle infiorescenze che possono arrivare a compromettere la successiva formazione del grappolo.
Come prevenire e debellare la muffa grigia
Le temperature più favorevoli per lo sviluppo della Botrytis cinerea sulle piante vanno dai 15 ai 25°C, in presenza di una elevata umidità atmosferica con almeno una dozzina di ore continuative di vegetazione bagnata: questi sono quindi i principali campanelli d’allarme a cui prestare attenzione. Va però ricordato che la muffa grigia può ugualmente crescere in un range di temperature molto ampio, fra i 5 e i 30°C circa.
È importante limitare le concimazioni azotate delle piante, perché esse causano lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione all’interno della quale l’umidità favorevole alla botrite ristagna; bisogna anche attuare strategie di lotta contro i parassiti delle piante che, creando lesioni sui grappoli, favoriscono la penetrazione del fungo nei tessuti.
Se gli sforzi di prevenzione risultassero inefficaci, e le piante dovessero manifestare i sintomi della muffa grigia, è necessario l’intervento immediato con appositi prodotti antifungini; esistono in commercio anche formulati antibotritici.
Esistono anche dei prodotti biologici a base di un fungo antagonista, il Trichoderma harzianum, utili per contrastare gli attacchi della muffa grigia. Vanno però distribuiti ai primi segni di comparsa della botrite.