Seminatrici: scelta e acquisto

Per “seminatrice” s’intende una macchina, in genere trainata da un mezzo semovente come il trattore, in grado di depositare diversi tipi di semi e giovani piantine nel terreno; le seminatrici moderne, tuttavia, sono in grado di svolgere altre funzioni preparatorie e successive, come la creazione del solco, la chiusura del terreno dopo la messa a dimora, la concimazione. Questo prezioso strumento a servizio dell’agricoltura ha sostituito interamente l’operazione manuale di semina, aumentandone la precisione, l’efficienza e diminuendo radicalmente la percentuale di semi dispersa. Da questa guida si potranno apprendere le nozioni fondamentali che riguardano i tipi e gli usi delle più comuni seminatrici utilizzate in agricoltura, volgendo un breve sguardo al passato, alla ricerca di vecchie tradizioni, che erano quasi un rito per i nostri avi, come la semina manuale. Infine, la consueta parte dedicata agli approfondimenti con la segnalazione di link utili nel web.

Fino a pochissimi decenni fa, non era del tutto improbabile incontrare contadini che, avanzando contemporaneamente nella stessa direzione di marcia, spargevano ritmicamente i semi sul terreno; all’apparenza sembrava un’operazione semplice, ma che richiedeva un attenzione particolare. Ovviamente anch ein questo settore la modernità ha fatto passi da gigante, introducendo un tipo di macchine agricole, le seminatrici, che si sono evolute poi dai modelli più spartani fino a quelli sofisticati e diversificati per coltura che abbiamo oggi sul mercato.

Seminatrici

Tipi di seminatrici

Parliamo di seminatrici automatiche riferendoci, in linea di massima, a grandi macchine, larghe alcuni metri, che devono essere trainate e alimentate da un trattore agricolo. Quando si parla di seminatrici, in genere viene subito in mente il processo di semina automatica di molti di tipi di sementi, in particolari cereali. Anche se ciò è vero in gran parte, tuttavia un paragrafo finale di questa guida sarà dedicato alle seminatrici di piantine da trapianto.

Tornando alle sementi, la prima, grande classificazione può basarsi sui modi di messa a dimora del seme nel terreno. Quindi troveremo le seminatrici cosiddette “a spaglio”, nel senso che spargono il seme sul terreno un po’ con le stesse modalità che utilizzano i contadini, solo con l’ausilio di mezzi tecnologici. Le seconde invece sono più precise e seguono un andamento lineare.

Seminatrici a spaglio

Come già detto, imitano fortemente le operazioni di spaglio operata una volta dai contadini. Dotato di un organo roteante che espelle il seme per forza centrifuga, garantisce un’equa distribuzione sul terreno.Il grande svantaggio riguarda la presenza di un’ulteriore operazione di copertura del terreno. Per questa ragione, spesso è montata anteriormente all’organo trainante (davanti al corpo motore del trattore), mentre posteriormente, un erpice provvederà alla copertura del terreno.
Il suo uso è in ogni modo limitato a terreni già precedentemente lavorati, sconsigliata perciò per le semine su campi non erpicati o pronti.

Seminatrici a righe o a solco

È la classe che raccoglie in sé il maggior numero di tipi di seminatrici.

  1. Seminatrice a righe semplice
    Utilizzata per mettere a dimora molte varietà di sementi, è particolarmente adatta per i cereali. Garantisce una semina precisa nel verso delle righe. Una tramoggia provvederà a portare il seme in terra. L’abbinamento con uno strumento copri seme e, a volte, di una seconda tramoggia che sparge il concime, rende questo tipo di macchina assolutamente completa e autosufficiente. Le classificazioni delle seminatrici a righe muta in base alla larghezza, e quindi all’efficienza, in relazione ad una singola attraversata del trattore nel campo.
  2. Seminatrici di precisione
    Oltre a garantire una linearità sui solchi, fornisce una cadenza di semina di un singolo seme, o di un gruppetto (in tal caso si parla di postarelle o cespi, anche se questa soluzione è più rara). La gamma di questo tipo prevede macchine con telaio fisso, o ripiegabile con la forza idraulica. Data l’enorme precisione garantita, il loro uso trova spazio nelle colture ortive, per il granoturco o la barbabietola. La rigorosità adottata permette un risparmio di seme, evita una seconda operazione di diradamento delle giovani piantine e una semplificazione generale. Di contro, i semi messi a dimora devono possedere una capacità germinativa altissima, per evitare vuoti nel campo.

Seminatrici su sodo

Così definite perché operano su terreni non precedentemente lavorati, o nei quali si devono il meno possibile alterare le condizioni preesistenti, eccetto che per una ristretta fascia di terreno di pochi centimetri quale è la fila di semina. Si distinguono per degli applicativi anteriori (come zappette rotative o dischi), che muovono il terreno sodo fino a una profondità di 6-8 centimetri. Successivamente, sistemi simili a quelli precedentemente descritti, metteranno a dimora il seme.

Una seconda, macro classificazione è possibile se si analizzano le caratteristiche un po’ più tecniche della macchina. Si parla di seminatrici pneumatiche se le operazioni di sarchiatura, semina, copertura, e spargimento di concimi avviene con la forza dell’aria prodotta da un compressore. La seminatrice sarà altresì meccanica se le operazioni descritte saranno compiute con degli ingranaggi, fatti girare in ogni caso dalla presa di forza del trattore.

Trapiantatrice

Altrimenti detta seminatrice per piantine, differisce notevolmente dalle macchine sopradescritte, se non altro per la delicatezza del compito chiamate a svolgere in agricoltura. Difficoltà dettate anche dalla natura dei terreni ospitanti. Ma andiamo per gradi. Secondo l’attrezzo, si avranno seminatrici automatiche (senza l’ausilio perenne di un operatore), o semiautomatiche (con operatore). Nel secondo caso, in corrispondenza delle file sul terreno trapiantate, ci sarà un sedile sul quale siederà un addetto che man mano alimenterà la macchina con le piante necessarie.

In base alle piantine messe sul terreno, avremo trapiantatrici per piante con zolle di terra (sono tutti quegli ortaggi o altri che sono stati allevati con una zolla di terra), oppure a radice nuda. La profondità di semina è regolabile, così come la distanza tra piantine.

Pacciamatrici

Per svolgere il lavoro di semina e trapianto, al fine di ottenere risultati rilevanti in termini di produttività, l’agricoltura dispone di altri strumenti, come il pacciamatore. Altro non è che uno strumento, applicabile a un trattore, il quale spande sul terreno uno strato di film plastico con lo scopo di ridurre i consumi d’acqua con l’evaporazione e ostacolare la crescita di erbe infestanti. In uso per lo più nell’agricoltura ortiva, il film è di solito di color nero.

Distributore di concime granulare

Come per le seminatrici, si distinguono in due categorie: quelli a spaglio, che permettono una distribuzione uniforme sul terreno. Poi i concimatori di precisione, che distribuiscono il fertilizzante, su file multiple in base alle quantità desiderate.

Parti meccaniche che compongono una seminatrice

Quali che siano i vari modelli finora descritti, in generale una seminatrice è composta di un certo numero di parti.

  1. Generatore di energia
    Nel caso delle macchine meccaniche, l’elemento roteante o di forza che compie tutte le operazioni è la presa di forza del trattore che, tramite un attacco, fornisce l’energia dinamica per far girare le tramogge, oppure muovere la ruota che depone la piantina nel terreno, o fornisce la forza centrifuga per spargere i semi o i concimi granulari sulla terreno. Si parla di seminatrici pneumatiche, se ci sono una o più turbine atte a generare pressioni o aspirazioni all’interno della meccanica. In genere quest’ultime godono di grande precisione.
  2. Ruote
    Sono presenti o meno, secondo la grandezza; per quelle più grandi permettono il traino del carrello alleviando la pressione sul sollevatore del trattore. In alcuni modelli si può agire su di loro, determinando così la profondità di semina.
  3. Serbatoi
    Fondamentali, di varia grandezza secondo l’autonomia e del tipo di semi (e nelle seminatrici multifunzionali ce ne sono anche per il concime), Contengono i semi; per le trapiantatrici, ospitano un certo numero di piante da seminare in campo aperto.
  4. Parti meccaniche mobili
    È tutto l’insieme di tramogge, rulli dentati, distributori, regolatori della profondità di semina, etc.

Dove si acquista la seminatrice

Per l’acquisto di una seminatrice, sorgono le stesse domande che per i trattori o tutti gli altri accessori: si comprano nuovi o usati? Per la prima opzione basta recarsi in un centro di vendita, magari affiliato con l’azienda che produce il modello desiderato. A tal proposito, risulta molto utile visitare i siti web che ormai tutte le principali aziende posseggono; in genere una ricca iconografia mostra le macchine, con le caratteristiche tecniche e i costi.

Se si vuole andare sull’usato, o si acquista direttamente da un privato, ma qui la conoscenza e la fiducia sono fondamentali; altrimenti i rivenditori specializzati, che garantiranno lo strumento e forniranno, all’occorrenza, la necessaria assistenza tecnica.

Curiosità sulla seminatrice

A tutela dello sviluppo del settore meccanico dedicato all’agricoltura, in Italia esiste l’Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola, altrimenti detto ENAMA. Questa particolare istituzione ha lo scopo di offrire al settore agrario un valido strumento per migliorare la competitività e la tecnologia, avendo come obiettivo principale la sicurezza degli operatori. L’ente è composto di un valido staff di esperti, che si occupano principalmente di protezione ambientale, sicurezza, circolazione nelle strade di macchine agricole, certificazioni, e via dicendo.

I soci di diritto sono: il Ministero delle Politiche Agricole, il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura con l’Istituto Sperimentale per la Meccanizzazione Agricola, e le Regioni italiane. I soci aggiunti invece sono numerosi, alcuni dei quali: Confederazione Italiana Agricoltori, la Coldiretti, la Confagricoltura, etc. Per tutte le pubblicazioni, attività di ricerca e divulgazione, si rimanda al sito web, linkato in fondo a questa guida.

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