Siepe da giardino: coltivazione, cura e potatura

Le siepi rappresentano dei veri e proprio “muri verdi” che vengono fatti crescere per delimitare spazi, proteggere le proprietà private e molti altri scopi. Sono diverse le specie arbustive ed arboree che si possono utilizzare per formare siepi, ciascuna con le proprie caratteristiche e particolarità; in questa guida scopriremo le caratteristiche delle diverse tipologie di siepi e le operazioni di manutenzione e potatura necessarie per mantenerle sempre funzionali, rigogliose e di bell’aspetto.

La siepe in giardino

Le siepi sono disposizioni di arbusti o alberi piantati serratamente lungo un preciso tracciato, che vengono fatti crescere e conformati allo scopo di impedire la vista, per delimitare una linea di confine oppure ancora per creare una barriera frangivento, ombreggiare o proteggere dai rumori esterni. È frequente osservare siepi fatte crescere a ridosso di recinzioni e cancellate di abitazioni, lungo le strade o – ormai raramente – come linea di separazione fra pascoli o campi coltivati.

Sembra che già 5000 anni fa, nel Neolitico, l’uomo conoscesse ed utilizzasse le siepi come delimitazione e protezione delle colture cerealicole. Con il trascorrere dei millenni la tecnica della cura delle siepi raggiunse livelli di assoluta perfezione, come ad esempio accadde nel sedicesimo secolo con la diffusione dello stile dei giardini all’Italiana.

In Gran Bretagna le siepi tuttora rappresentano un elemento comune del paesaggio cittadino e rurale, e la legge contempla addirittura il reato di “antisocialità” (Anti-Social Behaviour Act, 2003) per chi fa crescere siepi sempreverdi alte più di due metri, particolarmente fitte ed impenetrabili alla vista! Tanto per rimanere sul suolo britannico, secondo il Guinness World Records il primato per la siepe più lunga del mondo spetta alla Meikleour Beech Hedges, siepe alberata scozzese alta sino a 30 metri e lunga ben 530.

Siepi da giardino: coltivazione, cura e potatura

Le siepi rappresentano un elemento decorativo spesso utilizzato nel campo del giardinaggio, dove svolgono il ruolo di delimitazione della proprietà, protezione dalla vista e prevenzione dell’ingresso di intrusi. Si veda l’articolo sulle siepi usate come recinzione.

Le specie utilizzate per le siepi non solo sono funzionali agli scopi, ma nella maggior parte dei casi possiedono qualità ornamentali come ad esempio il colore del fogliame e la presenza di fioriture o frutti colorati. Molto spesso le siepi sono sempreverdi, e questa caratteristica consente di svolgere le loro funzioni utili durante l’intero anno.

Per decidere quali specie piantare si può leggere il post sulle principali piante usate per realizzare siepi.

Da non dimenticare, infine, l’arte topiaria che consiste nella potatura di arbusti ed alberi a scopi ornamentali. Questa forma di arte nacque nell’antica Roma, e nelle sue forme più elevate riesce a conformare siepi perfette dal punto di vista geometrico o che presentano la forma di oggetti, animali o persone.

Messa a dimora delle siepi

Per ottenere una siepe dallo sviluppo regolare ed omogeneo è indispensabile mettere a dimora tutte le piante nello stesso momento. Generalmente il periodo più indicato per la piantumazione va dall’autunno sino all’inizio della primavera, purché il terreno non sia gelato o eccessivamente compattato dalle precipitazioni. Alcune specie possono invece essere trapiantate indifferentemente durante tutto l’anno. È senza dubbio preferibile mettere a dimora esemplari giovani, che attecchiscono più facilmente e si possono conformare nel modo desiderato, piuttosto che piante già sviluppate (che, oltretutto, hanno un costo maggiore). Utilizzando materiale giovane ci si deve armare di pazienza per veder crescere la siepe, ma senza dubbio si ottengono i risultati migliori.

Affinchè il substrato sia ottimale per la crescita è bene effettuare una lavorazione piuttosto profonda del terreno, incorporandovi del concime naturale che lo arricchisca di sostanza organica come, ad esempio, letame maturo, stallatico equino o compost; per le specie acidofile si deve invece arricchire il terreno di torba, che ne abbassa il pH. Se il substrato apparisse eccessivamente compatto è indispensabile l’aggiunta di sabbia o altri materiali porosi che ne aumentino l’aerazione e favoriscano il drenaggio.

Una volta preparato il terreno, si deve tracciare sulla sua superficie la linea lungo la quale mettere a dimora le piante. Il modo migliore per disporle regolarmente e ordinatamente è quello di aiutarsi con paletti di legno ai quali legare cordicelle di spago. Sulla cordicella vanno posti segni colorati a distanze regolari che individuino il punto preciso dove collocare ciascuna pianta. Le piante più grandi vanno sistemate a distanze maggiori l’una dall’altra, mentre quelle nane devono essere più vicine; per conoscere l’esatta distanza di piantumazione, è bene informarsi sulle dimensioni che gli esemplari sono in grado di raggiungere.

A seconda delle caratteristiche della pianta da mettere a dimora (e del panetto di terra che ne contiene le radici) si deve scavare una buca nel terreno e spargere sul fondo un po’ di letame maturo da ricoprire a sua volta con uno strato di terriccio, per evitare che le radici della pianta siano a diretto contatto con il letame. Dopodiché bisogna collocare l’esemplare in posizione perfettamente verticale e riempire la buca con il terriccio di riporto. Questo va pressato bene (ma non eccessivamente) allo scopo di eliminare le eventuali sacche d’aria e favorire il contato delle radici con il substrato; subito dopo si deve procedere con un’abbondante innaffiatura.

Allo scopo di trattenere l’umidità del terreno, impedire la crescita delle erbacce e isolare il suolo dal caldo e dal freddo eccessivi è opportuno distribuire uno strato di pacciamatura intorno ai fusti. Si può utilizzare ad esempio lapillo vulcanico, torba, corteccia sminuzzata oppure argilla espansa, da spargere sul terreno preventivamente ben inumidito.

In molti casi le siepi sono depauperanti per il terreno, e possono privare le piante circostanti di nutrimento: per questo la fertilizzazione è una pratica indispensabile. Durante la stagione vegetativa le siepi possono essere concimate utilizzando prodotti chimici granulari a lenta cessione e sostanza organica; in inverno, la maggior parte delle specie non necessita di alcuna fertilizzazione dal momento che le attività metaboliche sono estremamente ridotte.

Potatura e manutenzione delle siepi

Una siepe nel suo insieme è da considerarsi un po’ come un organismo vivente a sé stante, che necessita di continue cure ed attenzioni. Se infatti se ne trascura la manutenzione le siepi si sviluppano seguendo un processo di evoluzione naturale che, a lungo andare, può causare la comparsa di “buchi” nella vegetazione e forme irregolari. Per evitare il diradamento della chioma alla base delle piante, una tecnica piuttosto diffusa è quella di piegare alcuni rami superiori ed incastrarli fra quelli posti più in basso. Dopo che la siepe è stata conformata nel modo desiderato, le potature successive devono anche consentire di arieggiare ed illuminare la parte più interna della chioma, quella che si trova vicino al tronco.

La cimatura degli apici delle piante stimola invece la formazione di nuovi rami e foglie, che contribuiscono alla forma cespugliosa e densa della siepe. Attenzione, però, alle conifere: una volta cimati gli apici vegetativi, la loro crescita è piuttosto stentata quindi l’operazione di cimatura va effettuata solo quando le piante hanno raggiunto l’altezza desiderata. Per le altre specie, al contrario, non sussistono in genere problemi e la cimatura può anche riguardare un terzo o metà dell’altezza della pianta.

La tipologia e la frequenza delle potature dipende essenzialmente dalle specie utilizzate. In genere le siepi non fiorite si potano verso la fine dell’inverno, prima della ripresa vegetativa; spesso è necessario procedere con successive operazioni di potatura verde durante la stagione vegetativa, da marzo sino a novembre. Specie vigorose e dalla rapida crescita come la piracanta, la photinia, il ligustro o il lauroceraso possono aver bisogno anche di due o tre potature all’anno, mentre per il bosso (a crescita lenta) potrebbe bastarne una. Se non si intende dedicare troppo tempo alla cura delle siepi, è senza dubbio preferibile scegliere specie magari dalla crescita più lenta, ma che necessitino solo di poche potature all’anno.

Le cose cambiano per le siepi fiorite: la potatura, in questo caso, non va effettuata alla fine dell’inverno ma dopo la fioritura; un’eccezione è rappresentata dalle rose rampicanti, che invece necessitano una potatura invernale.

Ecco un approfondimento specifico per la siepe di lauroceraso, una delle più diffuse:

Attrezzi per tagliare le siepi

La potatura e la cimatura sono operazioni che ormai sono diventate piuttosto semplici grazie ad attrezzi come tosasiepi e seghetti elettrici. Questi dispositivi devono sempre essere perfettamente affilati, per evitare tagli sfrangiati ed imprecisi. Affinchè il taglio sia dritto è indispensabile, soprattutto per i meno esperti, aiutarsi con un filo teso orizzontalmente che permetta di tagliare la siepe alla stessa altezza: in questo modo si evitano i tagli “a onda”, decisamente sgraziati. Dopo aver effettuato il taglio con una attrezzo elettrico si può dare un tocco finale a mano con forbici e cesoie, eliminando eventuali sfilacciamenti che possono facilmente essere attaccati da parassiti e malattie fungine.

La ceppatura della siepe

Con il trascorrere degli anni le piante che compongono la siepe accrescono in diametro i loro fusti,  soprattutto verso la parte basale; è perciò inevitabile che, anche in seguito a potature e piegature, la porzione inferiore della siepe rimanga spoglia di vegetazione. In questo caso è possibile compiere un’operazione piuttosto drastica, ma efficace, definita come ceppatura e che consiste nel taglio dell’intera vegetazione delle piante. in sostanza, sul terreno rimangono solo i ceppi, dai quali spunteranno nuovi germogli piuttosto densi e vigorosi che, se adeguatamente potati e conformati, nel giro di qualche tempo ridaranno alla siepe un aspetto folto in tutte le sue zone. Non tutte le specie sono in grado di tollerare la ceppatura, come ad esempio le conifere, perciò è bene informarsi preventivamente sulla fattibilità di tale operazione.

Le specie più rigogliose talvolta riescono a riprodursi spontaneamente nel giardino, e col passare del tempo nuovi individui tendono a comparire intorno alla siepe. Queste giovani piantine devono essere rimosse, per evitare che la siepe assuma un aspetto disordinato e si propaghi liberamente all’intorno. È anche possibile che specie estranee alla siepe si insedino al suo interno, alterandone l’aspetto e la composizione; anche in questo caso gli “intrusi” devono essere rimossi.

Siepi e vicinato: cosa dice la legge

Dal punto di vista legislativo, a livello nazionale sono gli articoli n. 892Distanze per gli alberi” e n. 896Recisione di rami protesi e di radici” del Codice Civile a regolare il posizionamento delle essenze vegetali lungo il confine fra due proprietà. A livello locale possono essere in vigore norme aggiuntive, perciò in caso di dubbio è sempre bene consultare gli uffici tecnici comunali per informarsi sulla situazione.

Per quanto riguarda le siepi, la legge stabilisce che queste devono essere piantate ad una distanza minima di mezzo metro dal confine, con un’altezza massima che non deve superare i due metri e mezzo. Per le siepi a ceppaia le distanze dal confine salgono a un metro e mezzo. Qualora le due proprietà fossero separate da un muretto, è possibile mettere a dimora piante direttamente a ridosso del confine, a patto che la loro altezza non superi quella del muro stesso.

Per evitare discussioni e diatribe, è sempre consigliabile informare i vicini di casa dell’intenzione di piantare una siepe ed accordarsi preventivamente.

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