Tecniche di coltivazione idroponica

La coltivazione idroponica, nota anche come idrocoltura, si basa su una diversa gestione del substrato in cui la pianta normalmente cresce: acqua invece che terreno. Le radici della pianta sono infatti immerse nel liquido e questo metodo consente un rilevante risparmio sia per l’impiego di acqua da irrigazione che dei fertilizzanti, ma riduce anche di molto il rischio malattie vegetali e permette di coltivare tutto l’anno senza il vincolo della stagionalità.

I nutrienti utilizzati nelle tecniche di coltivazione idroponica (detta anche idrocoltura) sono disciolti in acqua, e rappresentati sia da ioni (carichi positivamente) che da cationi (carichi negativamente) come

  • calcio (Ca++)
  • magnesio (Mg++)
  • potassio (K+)
  • nitrato (NO3)
  • solfato (SO2)
  • diidrogenofosfato (H2PO4)

Normalmente alla soluzione si aggiungono anche diversi micronutrienti essenziali come

  • ferro
  • manganese
  • rame
  • zinco
  • cloro
  • nickel
  • boro

Molto utili sono gli agenti chelanti, che mantengono il ferro in soluzione rendendolo disponibile per le piante, e nutrienti come amminoacidi e vitamine che possono essere direttamente assorbiti dagli apparati radicali delle piante, stimolandone la crescita e l’ingrossamento dei frutti.

tecniche di coltivazione idroponica

Man mano che le piante assorbono i nutrienti disciolti nell’acqua possono verificarsi cambiamenti del pH della soluzione, che può quindi diventare più acida (pH basso) o alcalina (pH alto). È bene quindi controllare costantemente i valori di pH e la concentrazione dei nutrienti per evitare oscillazioni troppo marcate rispetto ai livelli ottimali. Oltre a questi parametri, vanno tenuti sotto controllo anche la conducibilità elettrica specifica e i parametri relativi ai flussi (portata e tempi). Si consiglia di misurare il pH almeno una volta al giorno, e soprattutto dopo aver somministrato i nutrienti che potrebbero alterarlo.

Le soluzioni idroponiche possono essere acquistate già pronte presso le ditte produttrici ed i negozi di giardinaggio più forniti: si tratta di formulati concentrati che vanno disciolti in acqua seguendo le istruzioni riportate in etichetta. Per ama invece dedicarsi al fai da te un’ottima soluzione è quella di ricorrere all’utilizzo di alcuni software gratuiti (vedi link in fondo alla pagina). Anche senza possedere vaste conoscenze chimiche, gli appassionati di idrocoltura possono ricorrere a questi programmi, creati da chimici professionisti, per preparare in casa propria le soluzioni idroponiche più adatte alle proprie piante.

Tecniche di coltivazione idroponica: l’acqua

Secondo le tecniche di coltivazione idroponica, come base di partenza per una soluzione si può tranquillamente utilizzare l’acqua di rubinetto, ma se le concentrazioni di Solidi Totali Disciolti (TDS) supera i 150 milligrammi/litro è necessario trattare preventivamente l’acqua con un filtro ad osmosi inversa. La soluzione nutritiva andrebbe completamente sostituita ogni due settimane, massimo tre.

Oltre alla soluzione idroponica, molto importanti sono anche fattori quali l’illuminazione e le temperature. Per ogni specie vanno mantenute temperature idonee, anche se generalmente il range ottimale per la crescita non si discosta eccessivamente da 20-27°C circa.

Tecniche di coltivazione idroponica: l’illuminazione

Per quanto riguarda l’illuminazione, un grande aiuto viene dalle lampade artificiali che possono principalmente essere di tre tipi: lampade al neon, lampade a fluorescenza a basso consumo (CFL) e lampade a scarica (HID). Quest’ultima tipologia di lampade, in particolare, è in grado di emettere una radiazione grazie alla presenza di un plasma di gas ionizzato, e presenta un’efficienza energetica superiore.

Esistono lampade HID ad alta pressione (HPS) che producono una radiazione di colore arancione/rosso in grado di stimolare la fioritura e la fruttificazione, mentre le lampade HID a ioduri metallici (MH) generano una luce di colore blu/bianco particolarmente utile per lo sviluppo vegetativo. Le più moderne lampade HID (i modelli Agro e Grolux) sono invece molto più versatili poiché in grado di soddisfare le esigenze di molte piante per l’intera durata del loro ciclo vitale, dalla crescita alla maturazione dei frutti.

Per ottimizzare l’illuminazione e risparmiare sulle spese energetiche è indispensabile dotarsi di un sistema di superfici riflettenti che rivestano le pareti e concentrino la luce sulle piante. La realizzazione di questo sistema è piuttosto semplice e può anche consistere nella semplice tinteggiatura delle pareti con vernice bianca. In alternativa si possono ricoprire pareti e pavimenti con appositi teli riflettenti, che permettono di aumentare l’illuminazione sino all’80%.

Qualche giorno prima della raccolta delle piante, in molti casi si attua la cosiddetta strategia del “flashing”. Questa consiste nella somministrazione di sola acqua, senza fertilizzanti, allo scopo di “purificare” le piante rimuovendo i nutrienti residui: il flashing consente di migliorare notevolmente la qualità ed il sapore del prodotto finale.

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5 Commenti

  1. DI MENTO ANTONINO
  2. Francesco
  3. Francesco
  4. Nada Spadaro
  5. Milena Talento

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