Contenuti della guida:
Tipologie di gemme dell’albicocco
Sui rami sono portate due tipologie di gemme: quelle a legno e quelle a fiore. Le gemme a legno presentano una forma appuntita, e sono facilmente distinguibili da quelle a fiore dal momento che queste ultime sono caratterizzate invece da una forma tondeggiante-globosa.
La produzione dell’albicocco si concentra su particolari tipologie di rami, ovvero:
- Rami misti
- Dardi fruttiferi
- Birindilli
- Rami anticipati
Ecco che dunque, per avere una produzione soddisfacente e duratura nel tempo, è indispensabile scegliere con cura quali e quanti rami mantenere sulla pianta nel corso della potatura. Questa operazione deve essere finalizzata anche ad avere un adeguato numero di rami produttivi nell’annata successiva.
Fioritura e impollinazione dell’albicocco
I fiori dell’albicocco sono piuttosto precoci, essendo preceduti in pratica solo da quelli del mandorlo. Nelle zone dell’Italia meridionale in genere la fioritura avviene tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, mentre nelle zone dal clima più temperato di solito bisogna attendere almeno la metà di marzo.
Nell’albicocco l’impollinazione è entomofila, ovvero favorita da insetti pronubi come ad esempio le api. Anche se la maggior parte delle cultivar di albicocco è autocompatibile, per una buona produzione di frutti si consiglia sempre di piantare esemplari appartenenti a diverse varietà in modo tale da permettere la fecondazione incrociata.
I frutti dell’albicocco maturano tra la fine del mese di maggio (climi caldo-mediterranei) e la fine di luglio (zone temperate e della pianura padana).
Varietà di albicocco
Un aspetto molto importante da considerare, nelle coltivazione di questo albero da frutto, è la scelta delle varietà “giuste”.
L’albicocco è infatti una specie che, per essere produttiva, ha bisogno di trascorrere un certo periodo di tempo a temperature basse (dai 7°C in giù); in particolare, sono le gemme a fiore che necessitano di vernalizzazione.
Fabbisogno in freddo (vernalizzazione)
Questa esigenza è conosciuta con il termine tecnico di “fabbisogno in freddo” ed è diversa da una varietà all’altra. Mediamente si parla di circa 600 ore minime di fabbisogno in freddo per avere una buona produttività, mentre con meno di 400 ore la pianta sarà soggetta a una notevole cascola (ovvero la caduta dei frutticini appena formati).
Per essere più precisi, ecco i valori di fabbisogno in freddo di alcune delle principali cultivar commerciali di albicocco:
- Tilton, Canino: 750 ore
- Royal: 870 ore
- Precoce di Colomer: 950 ore
Va da sé che, in base al clima della zona, è indispensabile scegliere le cultivar che meglio vi si adatteranno: man mano aumenta il fabbisogno in freddo, e minore sarà la resa delle piante coltivate nei climi più miti.
Ti ringrazio veramente, questo testo mi è stato molto d’aiuto..
Grazie davvero :)
Wow, fantastico, non ho visto alcune cose scritte qua da nessun’altra parte. Complimenti!
Ivan mi sa che la nostra ricerca è uguale :’D
Mi é servito molto, siete
molto chiari nelle spiegazioni. Grazie.
avete il dono della chiarezza e della semplicità che – di questi tempi bui – è gran cosa:complimenti
Gentilissimi buon giorno,
ottime spiegazioni , chiedevo una cosa in particolare che mi mette molto in difficoltà, come si puo contrastare la Monilla dell’albicocco e la Bolla del Pesco per comuni mortali che non abbiano il libretto per poter acquistare i farmaci specifici per la cura di dette infezioni?
Grazie per chi potrà darmi un consiglio
Cordiali saluti
Ettore Gioia