Prima di approfondire l’allevamento delle viti ad alberello è bene partire dalle basi e leggere la nostra guida alla potatura della vite.
Contenuti della guida:
Coltivare la vite ad alberello
Come si può intuire facilmente dal nome, il sistema per coltivare la vite ad alberello consiste nel far crescere le viti come piante a sé stanti, in assenza di supporti. Questa metodologia di coltivazione è quindi molto peculiare e del tutto diversa rispetto ai tradizionali filari che siamo abituati a vedere in tutta Italia da nord a sud.
Questo sistema viene in effetti utilizzato in particolari aree in cui il clima è estremamente arido, come ad esempio avviene ai lembi più meridionali dell’Italia e nelle isole del Mediterraneo. Un esempio classico è l’alberello tipico di Pantelleria (“alberello pantesco”) impiegato per la coltivazione dello Zibibbo, dove addirittura il tronco della vite viene fatto crescere al di sotto del livello del terreno.
Ricorrendo al sistema ad alberello la pianta viene mantenuta sempre di piccole dimensioni, al punto che generalmente la sua altezza non supera il metro. In questo modo la vite sarà in grado di sfruttare in modo ottimale le poche risorse disponibili nel terreno, sia idriche che di elementi nutritivi. Inoltre la presenza di una ridotta superficie fogliare diminuirà per le viti le perdite di acqua per evapotraspirazione.
fonte foto Wikipedia
Coltivare la vite ad alberello: caratteristiche del sistema
Per coltivare la vite ad alberello, ciascun esemplare di pianta presenta un fusto verticale di altezza di circa 40-50 centimetri alla cui sommità sono innestate le branche che, al loro volta, portano i tralci sui quali avviene la produzione. Le branche possono essere presenti in numero variabile, da uno a quattro (talvolta anche di più), a seconda della zona e delle relative tradizioni nella coltivazione della vite.
Grazie al sistema ad alberello è possibile coltivare le piante a ridotta distanza l’una dall’altra, realizzando anche impianti con viti collocate secondo schemi di un metro per un metro (anche se è consigliabile mantenere distanze di almeno 1×2 o 2×2 metri).
Questa particolare metodologia di coltivazione è caratterizzata da una bassa produttività, ma si tratta di un vincolo legato soprattutto alle condizioni climatiche e di substrato che nelle zone aride non sono certo delle più favorevoli. È proprio a causa di queste notevoli limitazioni che, allo scopo di migliorare la resa delle viti, al momento di impiantare nuovi vigneti sono molti i coltivatori che preferiscono passare dal sistema ad alberello a uno più produttivo, come ad esempio il cordone o il Guyot.
Come si ottiene il sistema ad alberello
Per dare alla vite questa forma molto particolare si interviene sugli esemplari di tre o quattro anni selezionando i due tralci principali che si vogliono mantenere, e che daranno origine alle branche produttive. Essi vanno accorciati a due o tre gemme, dalle quali poi spunteranno altrettanti germogli. L’anno successivo, essi devono nuovamente essere potati alla lunghezza di 2-3 gemme, eliminando dalla vite la vegetazione che si sviluppa eccessivamente in altezza.
Per evitare che nel coltivare la vite ad alberello le piante crescano troppo, è possibile eliminare nel tempo le branche principali andandole a sostituirle progressivamente con i nuovi germogli che si originano sul fusto della vite, a partire dalle gemme avventizie.