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Per concimare il melo bisogna conoscerne le esigenze
Il melo, al pari di altri alberi da frutto, deve poter contare su un’adeguata disponibilità di nutrienti durante la fase vegetativa. Ma quando, esattamente, i fabbisogni si fanno maggiori, e quindi è necessario concimare il melo? È bene sapere che, al risveglio dopo l’inverno e durante la fioritura (che in genere avviene tra la metà di aprile e l’inizio di maggio a seconda della zona climatica), la pianta tende a utilizzare le riserve energetiche presenti nei suoi tessuti.
Solo successivamente, quando i frutti si formano e iniziano a ingrossarsi, è necessario che la pianta trovi nel terreno tutti i nutrienti di cui ha bisogno in questa fase tanto delicata. I più importanti in assoluto con i quali concimare il melo in termini di quantità sono i cosiddetti macronutrienti (azoto e potassio), cui si associano i micronutrienti tra cui si ricordano in particolare il calcio e il magnesio.
Bisogna tenere conto anche che quando raccogliamo le mele e quando andiamo a fare la potatura dei rami del melo stiamo di fatto privando la pianta di materia, con la concimazione possiamo ripristinarla.
L’azoto, nutriente importante ma “delicato”
La concimazione con composti azotati è di fondamentale importanza, poiché promuove lo sviluppo della vegetazione e rende lussureggianti e vigorose le piante. Tuttavia bisogna fare attenzione a non esagerare, poiché concimare il melo con troppo azoto significa ritardare la maturazione dei frutti. Ciò è dovuto al fatto che se sovraconcimata la pianta tenderà ad essere eccessivamente rigogliosa; altri effetti negativi di questo eccesso sono oltretutto la minore compattezza e dolcezza della polpa.
Trovare il giusto equilibrio nella concimazione significa anche evitare gli effetti negativi dovuti alla carenza di azoto, ovvero l’ingiallimento delle foglie e la loro caduta precoce, oltre a un limitato sviluppo dei giovani rami in termini di abbondanza e lunghezza.
La sostanza organica (letame, guano, stallatico, ma anche residui di potatura e compost) è un ottimo concime da questo punto di vista: essa infatti rilascia gradualmente l’azoto nel terreno, evitando pericolosi picchi e carenze improvvise dovute al dilavamento delle piogge.
Concimare il melo con fosforo, potassio e micronutrienti
Per quanto riguarda le somministrazioni di fosforo, queste piante da frutto in genere non hanno bisogno di essere concimate poiché nel terreno vi sono riserve sufficienti di tale macronutriente. Diverso è invece il caso del potassio, che gioca un ruolo cruciale per via della sua influenza sulle caratteristiche organolettiche della produzione. Concimare il melo con questo elemento significa aumentare le dimensioni dei frutti, migliorare il colore della loro buccia ed accrescerne sia il profumo che il sapore; anche in questo caso è bene però non esagerare con le quantità, poiché l’eccesso di potassio può far comparire macchie amare all’interno della polpa.
Si ricorda infine che è opportuno concimare il melo con piccole dosi anche di magnesio, che andando a rientrare nella composizione della clorofilla permette alla pianta di sfruttare al meglio l’energia del sole per la fotosintesi. Il calcio è un altro microelemento importante ai fini della qualità del frutto, mentre piccole quantità di zolfo, boro e ferro aiutano a mantenere la pianta in salute.
Volevo sapere cume si chiama la concime