Chi di voi non si è trovato, almeno una volta, nelle condizioni di dover scegliere concime e fertilizzante giusto per le vostre piante d’appartamento o da giardino? O ancora, quante volte è capitato di dover provvedere alla concimazione del vostro piccolo o grande frutteto, e di dovervi affidare ai consigli, talvolta sommari e privi di una base di effettiva conoscenza, pronunciati dal vostro fornitore di fiducia o dal vicino contadino?
L’alto tasso di disinformazione, unito alla grandissima varietà di prodotti fertilizzanti che occupano il mercato attuale, pone spesso l’ignaro cliente ad acquistare concime inadatto; il risultato che ne trae è di una concimazione per lo più errata, e soldi buttati via. In questa breve guida, si cercherà di far luce sulle principali regole di buon senso da seguire per acquistare il tipo e la quantità giusta di concime per le vostre piante. Per fare ciò, si cercherà di spiegare cosa sono i concimi, da cosa sono composti, l’evoluzione del loro utilizzo nel tempo e, infine, come scegliere il giusto prodotto e la quantità.
Contenuti della guida:
Concime e fertilizzante giusto
Il concime è quella sostanza che, somministrata alla pianta, le fornisce gli elementi nutritivi necessari alla sua sopravvivenza. Sono molti e largamente utilizzati in agricoltura e nel giardinaggio, si possono acquistare nei negozi specializzati a prezzi che variano in base alla loro composizione. La pianta, per la sua nascita e sviluppo, ha bisogno di molti elementi chimici, disponibili in natura. Tuttavia, tra questi, 13 sono fondamentali e assolutamente irrinunciabili.
La prima suddivisione nel tipo di concime si fa in base alla quantità di sostanze necessarie:
- Macroelementi
ossia gli elementi principali della fertilità, quelli che la pianta assume in dosi elevate:
Azoto (N)
Fosforo (P)
Potassio (K) - Mesoelementi
cioè gli elementi secondari (che pur la pianta assorbe in buona dose), come:
Calcio (Ca)
Magnesio (Mg)
Zolfo (S)
Cloro (Cl) - Microelementi
assimilati dalla pianta in quantità modeste, ma la mancanza di uno solo di questi può determinare conseguenze anche gravi per la su sopravvivenza.
Boro (B)
Manganese (MN)
Rame (Cu)
Zinco (Zn)
Molibdeno (Mo)
Cobalto (Co)
Ferro (Fe)
I simboli racchiusi tra parentesi sono i relativi simboli chimici, importantissimi, come vedremo tra poco, per leggere in maniera corretta la “carta d’identità” del concime in vendita
Dopo aver fatto questa breve digressione, quasi un ripasso di chimica, noioso ma inevitabile, entriamo in merito ai tipi di fertilizzante in commercio, cercando di capire le tipologie di prodotti attualmente in uso. Una prima grande classificazione va fatta in merito alla loro origine, cioè come sono prodotti.
- Si definiscono organici, quelli ottenuti da un’attività biologica, contenenti il carbonio (C) che a sua volta è legato chimicamente ad un elemento.
- Sono invece minerali (o chimici), se ottenuti da un processo di raffinazione e lavorazione industriale.
- Una miscela tra le prime due categorie genera il concime organominerale.
Dal punto di vista strettamente chimico, avremo una seconda classificazione del concime, cioè tra semplici e complessi. I primi contengono in grandi quantità uno dei tre macroelementi, Azoto, Fosforo, Potassio. I secondi invece contengono un mix di elementi principali. Nello specifico, se hanno delle composizioni di soli due elementi si chiamano anche binari (NP, NK, PK). Ternari, se ne contengono tutti e tre (NPK).
- azotati
L’azoto svolge un ruolo primario per la crescita e lo sviluppo della pianta, prepara la fioritura e da un bel colore verde intenso all’apparato fogliare. I principali tipi di fertilizzante di questo genere sono: il nitrato di calcio, il nitrato di sodio, il solfato ammonico e l’urea, che vanta la più alta concentrazione di azoto (46%). - fosfatici
Il Fosforo è fondamentale nel momento della fioritura e per la fruttificazione. A differenza dell’Azoto, non necessita di grandi quantità. I più diffusi sono i perfosfati minerali, il fosfato di calcio e il fosfato di ammonio. - potassici
Permettono di dare colore ai fiori e sapori ai frutti. I nitrati potassici (che contengono anche una quantità di azoto) e solfato di potassio sono i più utilizzati per questa categoria. - organici
Le prime tre categorie sopraccitate appartengono ai concimi detti “minerali”, cioè prodotti chimicamente nelle raffinerie. Quelli organici, invece, vantano un utilizzo che si spinge indietro nei secoli. È tutto sommato il migliore, perché fornisce il maggior numero di elementi fertili alla pianta contemporaneamente, rende più sciolti i terreni compatti (e viceversa), riesce ad alzare la temperatura della terra grazie al processo fermentativo. I più diffusi sono quelli provenienti dal letame degli animali (o stallatico). Tuttavia, il loro uso è diminuito a causa della scarsità rispetto alle superfici coltivabili. Si trovano in commercio anche lavorazioni di sangue secco dei macelli, estratti della cenere, etc.
“Titolo” di fertilizzante e concime
In agricoltura, si intendono unità fertilizzanti i Kg. di Azoto, Fosforo, Potassio e degli altri elementi indispensabili alla pianta. Frasi del tipo “occorrono 100 unità fertilizzanti di Azoto per ettaro”, vuol dire che per ogni ettaro bisognerà distribuire sul terreno tanto concime da raggiungere, in totale, 30 Kg. di Azoto assimilabile dalla pianta. Per gli elementi Fosforo e Potassio, le unità fertilizzanti, più volte citati, si riferiscono alla formula chimica assimilabile dalle piante, cioè rispettivamente Anidride fosforica (P2O5) e Ossido di Potassio (K2O).
Ma per conteggiare precisamente la quantità di fertilizzante, bisognerà conoscere un secondo parametro, cioè il suo titolo. Con la definizione del titolo di un concime, infatti, arriviamo a un punto cruciale di questa guida.
Sulle confezioni di fertilizzante vengono indicate delle cifre, separate da trattini, o a volte interspaziate da segni di addizione. Se ci troviamo davanti a un composto minerale che riporta il titolo 15-3-15, vuol dire che su 100 Kg. di prodotto 15 saranno di Azoto, 3 di Fosforo e ancora 15 di Potassio. Eventuali altri elementi saranno aggiunti e specificati da una legenda sottostante al titolo stesso. Queste cifre si ottengono con le formule stechiometriche, proprie della chimica, sulle quali non conviene soffermarci per evitare eccessive confusioni.
Scegliere il concime giusto in base al titolo
Per capire qual è il giusto fertilizzante da dare alle nostre piante, la cosa migliore sarebbe affidarsi a un agronomo che provvederà, per prima cosa, ad effettuare un’analisi completa del terreno. Tuttavia, una volta avuto gli esiti delle analisi del terreno, e una volta che l’esperto “sentenzi” sugli elementi da fornire al terreno e in quale quantità, sapere l’esatto titolo ci permette di calibrare le giuste dosi di concime. Facciamo un esempio. Se l’esito di un’analisi denota una forte mancanza di azoto sul terreno, da colmare con 100 unità fertilizzanti/h, e si volesse utilizzare come concime l’urea, l’operazione matematica necessaria sarà:
100 (Kg. necessari di azoto ogni ettaro di superficie di terreno) / 46 (Kg. effettivi di N contenuti in un quintale di urea) = 2,17 (quintali da distribuire per ogni ettaro).
Scegliere il concime giusto per fiori e piante da appartamento
In commercio esistono dei preparati specifici per questo tipo di flora. Ogni azienda, cioè, ha preparato dei prodotti, prevalentemente liquidi, che indicano specificatamente anche la pianta cui sono destinati (per gerani, piante grasse, betulle, etc.), oltre al tradizionale concime universale, adatto a tutte le piante verdi e da fiore. In fondo saranno indicati alcuni link di aziende produttrici.
Concimazione “fogliare”
Una tecnica di concimazione meno diffusa, ma non per questo poco efficace, è quella fogliare. In pratica gli elementi da somministrare alla pianta vengono diluiti in acqua e pompati sulle foglie. Queste, assieme agli steli, assorbiranno il prodotto. Per i tipi di fertilizzante da somministrare, anche in questo caso, consultare un esperto che sottoporrà il terreno ad analisi specifiche. Alcuni consigli valgono per tutti i casi. Non pompate il prodotto nelle ore più calde della giornata, evitando che evapori prima di essere assorbito. Il vento rende parzialmente inefficace l’azione fertilizzante. Per la scelta del periodo, infine, consultare gli esperti e/o leggere le istruzioni del prodotto.Compostaggio
Vista la natura della guida, scritta per salvaguardare gli interessi del consumatore e nell’ottica di ottenere sempre il massimo risparmio economico, è bene impiegare un paragrafo per spiegare com’è possibile ottenere autonomamente dell’ottimo fertilizzante, partendo dai nostri rifiuti organici domestici, quella che viene definita “parte umida”. L’impiego che siamo portati a prendere per la separazione dei rifiuti, può risultare utile per produrre concime a costo zero e nel pieno rispetto dell’ambiente.
Requisiti necessari sono: uno spazio esterno alle quattro mura di casa (dentro non è possibile), meglio se è un cortile o un giardino, va bene lo stesso se si dispone di un balcone; una compostiera in materiale plastico, ormai reperibile in quasi tutta Italia, nei comuni che provvedono alla raccolta differenziata “porta a porta”, o altrimenti acquistabile nei punti vendita specializzati. Se si acquista ex novo la compostiera, verrà fornito un manuale d’istruzione per montarla. In genere, assumono una forma piramidale con molti fori laterali e sul fondo, per permettere una sufficiente circolazione dell’aria.
Sistemare il composter in un punto possibilmente ombreggiato, riparato dal vento e sotto un albero (se è un giardino, è preferibile il contatto diretto col terreno). Inserire i rifiuti organici mescolandoli a foglie secche e controllando, ogni mese circa, che il processo di fermentazione stia avvenendo (cioè se il compostaggio è aumentato di temperatura). Ad una miscela ritenuta troppo secca, aggiungere un poco d’acqua. Mescolare il tutto per far entrare più ossigeno. Dopo pochi mesi, il prodotto sarà pronto è utilizzabile per concimare le piante del proprio giardino. Se si attende un anno, si sarà completamente trasformato in terriccio, ottimo per il travaso delle piante da terrazzo.
Nel composter si potranno introdurre tutti i rifiuti organici delle nostre abitazioni (dai resti di frutta e ortaggi ai residui della potatura, dai gusci d’uova ai fondi di caffè). Unica avvertenza, cercare di sminuzzare il più possibile i rifiuti, così da avviare il più velocemente possibile il processo di fermentazione.
Consigli utili per scegliere concime e fertilizzante
Dopo questa lunga digressione su concime e fertilizzante, e sul loro utilizzo, è bene fare il punto della situazione.
I concimi si trovano di molti tipi e di differenti utilizzi. L’industria chimica in questi ultimi decenni svolge un ruolo preminente per la produzione di fertilizzanti di sintesi. Tuttavia, negli ultimissimi anni c’è un certo ritorno all’uso di “stallatici” o prodotti che hanno come base di lavorazione i materiali organici provenienti dall’agricoltura.
Per i prezzi, vale la sommaria regola secondo la quale più è alta la concentrazione di macroelementi (più è elevato il titolo), maggiore è il prezzo per unità di peso. Ad esempio, il concime stallatico, di tipo biologico e una percentuale di Azoto pari al 5%, costa circa 20 euro a quintale. L’urea, concime azotato per eccellenza con una percentuale del 46%, costa almeno il doppio, se non più, ma ne occorre un quantità enormemente inferiore per unità di superficie.
Discorso diverso si deve fare per il fertilizzante per piante da vaso; con pochi euro si riescono ad acquistare prodotti liquidi da diluire in acqua, bastoncini da inserire accanto alle radici oppure “granulari” simili alla ghiaia. Il tutto, come già detto, facilitato dall’indicazione.