La scarducciatura è un lavoro importante nella coltivazione del carciofo.
Si tratta praticamente di una potatura: andiamo a diradare le piante per ottenere poi una miglior produzione di carciofi ed eventualmente anche per moltiplicare le nostre piante espandendo la carciofaia.
Contenuti della guida:
Cosa sono i carducci e perché toglierli
La pianta di carciofo emette dei nuovi germogli in primavera e in autunno. Questi germogli che nascono dalla pianta madre e si sviluppano come nuove piantine, vengono chiamati carducci. Possiamo dire che si tratta di polloni.
Basterà separare i carducci dalla pianta, estirpandoli insieme a un pezzo di rizoma, per poterli ripiantare altrove e ottenere nuove piante di carciofo. Questo lavora si chiama appunto scarducciatura.
La scarducciatura non viene fatta solo per avere nuove piante: è importante diradare lasciando solo alcuni carducci. In questo modo si otterranno poi carciofi di qualità e pezzatura soddisfacente.
Quando fare la scarducciatura
La scarducciatura va fatta due volte all’anno su tutte le piante di carciofo, dopo il primo anno dall’impianto.
I carducci si tolgono in due momenti:
- Scarducciatura autunnale: in genere a ottobre.
- Scarducciatura primaverile: tra marzo e aprile
Quali carducci lasciare
Per decidere quanti carducci togliere bisogna valutare la vigoria della pianta. In genere possiamo accontentarci di lasciare due o tre carducci, rimuovendo gli altri.
L’importante è selezionare i più vigorosi da lasciare: sono quelli che possono dare il raccolto migliore.
Come si tolgono i carducci
La scarducciatura si esegue con una vanga, con cui si vanno a scalzare le piantine giovani, tranciando in modo netto la radice per separarle dalla pianta madre.
Possiamo dire che si tratta di una potatura sotterranea.
Dopo aver scarducciato conviene approfittarne per concimare, con qualche manciata di stallatico pellettato, oppure ancora meglio con un concime più evoluto (questo fertilizzante biologico è ideale).
Assicuriamoci anche di non lasciare buchi nel terreno, provocati dalla rimozione del carduccio. Bisogna sempre chiudere il terreno, in particolare nella scarducciatura invernale. Se restassero buchi potrebbe ristagnarci acqua piovana, portando marciumi radicali al nostro carciofo.
Cosa fare con i carducci
Dopo aver scarducciato non bisogna buttare i carducci che abbiamo tolto.
Quelli migliori (i più grandi) possono essere trapiantati: daranno vita a nuove piante di carciofo. Nel prossimo paragrafo spieghiamo come ripiantarli. Se abbiamo troppi carducci potremmo pensare di regalarli ad altri coltivatori.
I carducci che non vengono piantati, quelli più piccoli, sono un’ottima verdura da cuocere: possono essere cucinati come fossero cardi.
Se proprio ci troviamo carducci in esubero mettiamoli nel compost, dove torneranno a essere sostanza organica fertile per il nostro orto.
Come piantare i carducci
Piantare i carducci è molto semplice, si può fare subito dopo la scarducciatura autunnale o primaverile.
Ecco i passaggi da curare:
- Bisogna prelevare il carduccio con una porzione di radice attaccata.
- Conviene ridurre le foglie, in modo che le radici riescando ad attecchire più facilmente. Eliminiamo le foglie esterne, tagliamo a 30 cm dalla base le altre foglie. Lasciamo intatta la rosetta di foglie centrale, da cui ripartirà la pianta.
- Serve un terreno ben lavorato e concimato in cui piantare i carducci, conviene vangare e distribuire compost o letame maturo.
- Si interra il rizoma del carduccio, proprio come fosse una piantina.
- Attenzione al sesto d’impianto: si pianta un carduccio al metro quadro. Ogni carduccio forma poi col tempo una pianta vera e propria di carciofo, che richiede un bello spazio: mettiamoli a distanza 1 metro l’uno dall’altro.
Articolo di Matteo Cereda